13 de juliol del 2010

Ciao! (italiano)


Venerdì, 9 luglio. Ultimo giorno possibile perché mi chiamino da Barcellona. A tre settimane dal duro e stressante colloquio che ho affrontato per la prima volta nella mia vita. Già da qualche giorno io e il mio ragazzo avevamo perso le speranze di vedere il prefisso 93 nel cellulare. «Non succede niente» – gli dissi la notte scorsa, con una certa rassegnazione. «Abbiamo tentato» (al plurale, sì, perché questo progetto è stato, dall’inizio, qualcosa che abbiamo condiviso. «Martedì andremo a Castelló e lotteremo per il posto a Cambridge.»

Concentrato nella preparazione dell’esame C1, quella tranquilla mattinata di luglio era, come ho detto prima, l’ultima in cui poteva succedere quello che, effettivamente, desideravamo succedesse. E infatti così è stato. Alle ore 9.58 un riiiiiiiiiiiiiiinggg riiiiiiiiiiiiiiiingggg alterò il silenzio di quell’ufficio recentemente ristrutturato. Nello schermo di quel semplice ma utile telefono cellulare vidi quel 93 tanto atteso, il prefisso che dal 18 giugno volevo vedere.

- Buongiorno! Parlo con Òscar Banegas?

- Buongiorno. Sì, sono io.

- Chiamo dall’Istituto Ramon Llull di Barcellona e voglio congratularmi con lei, perché è stato scelto come lettore per il posto disponibile a Bologna (Italia).

Silenzio.

- Questo non la rende felice, Òscar? —ha detto una voce amica femminile.

- Certo. Mi scusi, ma non mi aspettavo di ricevere questa telefonata e quasi mi viene difficile crederci.

- La capisco, il processo di selezione è stato lento perché ci sono stati molti candidati.

- Grazie tante.

La conversazione continuò con una serie di istruzioni, informazioni e l’avviso di un’imminente e-mail che, appena comunicata la notizia al mio ragazzo, arrivò nella mia casella di posta elettronica.

Ancora stupefatto, poco a poco assimilavo la notizia e cominciavo ad essere cosciente di tutto ciò che implicava la telefonata di quel 9 luglio: né più né meno di un cambio di vita –letteralmente- per i prosismi uno, due tre…anni, non si sa.

Perché, effettivamente, da quel venerdì l’Istituto Ramon Llull (www.llull.cat) mi considera il lettore della Rete universitaria di studi catalani, che significa essere professore di catalano in un’università dove non si parla la mia lingua madre. Questo significa che probabilmente alla fine di settembre traslocheremo a Bologna e che all’inizio di ottobre inizierò a fare lezione di lingua, letteratura e cultura catalana nell’università più antica d’Italia e d’Europa, l’Università degli Studi di Bologna.

La decisione è stata presa definitivamente. Ho l’appoggio del mio ragazzo, della mia famiglia e delle mie care amiche –ho anche amici, eh! Però la maggioranza sono ragazze, tutte belle e stupende. È una cosa che volevo fare da molto tempo, però ora è arrivato il momento di vivere questa —speriamo bene— meravigliosa esperienza. Come diceva una pubblicità che quello stesso giorno avevo nella mia casella, “ci sono opportunità che si presentano solo una volta nella vita”.

Non succede nulla se dico che abbiamo paura, io credo sia normale e lecito, considerando il cambio che apportano queste novità: trovare alloggio; l’apprendimento dell’italiano per il mio valoroso ragazzo; la mentalità italiana, arretrata e chiusa su alcuni temi come l’omosessualità; l’insegnamento della letteratura, cosa che non ho mai fatto, e molti altri dettagli che, a priori, ci spaventano.

Pero, paure a parte, ci sono numerosissimi vantaggi in questa nuova avventura: arricchimento e crescita personale, di copia, lavorativa, culturale; praticare e perfezionare una lingua, l’italiano, che da settembre del 2005 studio nella Scuola Ufficiale di Lingue di Alicante; il turismo nella bella Italia; conoscere persone da tutte le parti del mondo, non solo della patria berlusconiana; l’insegnamento della mia lingua, letteratura e cultura a degli studenti motivati e una serie di ragioni che, in questo preciso momento, provocano verso me l’invidia di molte persone. Sarà un percorso che apporterà molti benefici. Non ho alcun dubbio.

Benefici che vogliamo condividere con voi. L’unico modo che abbiamo per farlo è aprire le nostre braccia, i nostri cuori e le porte della nostra futura casa a tutti quelli che ci vogliono bene e che sempre hanno confidato in noi. Óscar I e Òscar II, gli Oscar non di Hollywood ma di Madrid —Legazpi— e Alacant —Virgen del Remedio—, e a partire da adesso di Bologna anche.

Ciao, ragazze e ragazzi! Ci vediamo presto. Vi aspettiamo a Bologna.

4 comentaris:

  1. EEEEEEEHHHHHHHHHH! Ce l'abbiamo fatta!!! Che bello!!!

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  2. Enhorabona i molta sort!! Vos anirà bé estic convençuda!! Jo vaig naixer un 9 de Juliol i vaig començar a treballar un 9 de Febrer de 2009..( Et recordes Òscar??) El 9 és per a mi un nombre especial i segon sembla per a tu també!! Enhorabona i fins prompte!! :)

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  3. Me resulta muy dificil el valenciano... XD

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  4. Moltes gràcies per donarme l'oportunitat de coneixer el teu blog.
    Salutacions
    Enrique

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